Scontri tra ultras Genoa e Inter: 15 agenti feriti

Pubblicato: 15/12/2025, 08:37:234 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Scontri tra ultras Genoa e Inter: 15 agenti feriti

L'escalation di violenza prima del fischio d'inizio

La giornata calcistica tra Genoa e Inter, attesa per la sua carica agonistica sul campo, si è trasformata in un violento teatro di guerriglia urbana nelle vie limitrofe allo stadio Luigi Ferraris. Poco prima del calcio d'inizio, un agguato pianificato ha visto contrapporsi frange estreme delle due tifoserie, degenerando in scontri di inaudita ferocia che hanno richiesto un massiccio intervento delle forze dell'ordine. Le prime ricostruzioni fornite dalle autorità locali parlano di un bilancio pesante: quindici agenti di polizia e carabinieri sono rimasti feriti, alcuni in modo serio, a causa del lancio incessante di oggetti contundenti e dell'uso di ordigni pirotecnici. L'episodio più grave si è verificato in prossimità di un istituto scolastico, dove si è concentrato il fronte dello scontro. I tifosi, descritti come estremamente organizzati e determinati, hanno utilizzato l'arredo urbano come arma improvvisata. Cassonetti del vetro sono stati rovesciati e utilizzati come barricate o proiettili, mentre l'uso di bombe carta ha creato un clima di vero e proprio conflitto a fuoco, sebbene non con armi da fuoco vere e proprie. La strategia adottata dai facinorosi sembra mirare a isolare e sopraffare le pattuglie in avvicinamento, come evidenziato da un resoconto preliminare del Ministero dell'Interno.

La tattica degli scontri e i mezzi distrutti

La violenza non si è limitata al lancio di oggetti. Le forze dell'ordine hanno dovuto fronteggiare anche l'incendio di veicoli. Un furgone, un’automobile privata e uno scooter sono stati dati alle fiamme, presumibilmente per bloccare le vie di accesso o come atto intimidatorio. Questa tattica della guerriglia suggerisce una premeditazione che va oltre la semplice rissa spontanea tra tifosi. Gli inquirenti stanno ora analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza per identificare i capi promotori di questa escalation. Le testimonianze raccolte sul posto, incluse quelle di alcuni residenti spaventati, descrivono scene apocalittiche, con fumo denso e urla assordanti che hanno preceduto l'arrivo dei rinforzi delle unità antisommossa. La prontezza di intervento degli agenti, nonostante l'inferiorità numerica iniziale e la natura improvvisa dell'attacco, è stata cruciale per evitare un bilancio ancora più drammatico. La Questura di Genova ha immediatamente aperto un fascicolo d'indagine, concentrandosi sull'ipotesi di associazione a delinquere finalizzata al compimento di reati contro l'ordine pubblico.

La risposta delle istituzioni e le indagini in corso

Il Prefetto di Genova, informato tempestivamente sull'accaduto, ha espresso la sua ferma condanna per gli atti di inaccettabile violenza. Le dichiarazioni ufficiali hanno sottolineato la necessità di tolleranza zero nei confronti di chi usa il calcio come pretesto per scatenare il caos. L'attenzione si è subito spostata sull'identificazione dei responsabili, con l'ausilio di personale specializzato della Digos. Le indagini, come riportato da fonti investigative vicine al caso, stanno seguendo diverse piste. Una di queste riguarda possibili contatti tra le frange più radicali delle tifoserie del Genoa e dell'Inter avvenuti nelle settimane precedenti, forse tramite canali criptati o incontri mirati. L'obiettivo primario è capire se si sia trattato di un evento isolato o se esista una rete più ampia che organizza questi scontri. La gravità dei ferimenti riportati dagli agenti, alcuni dei quali hanno subito traumi cranici e fratture, ha innalzato il livello di allerta per i prossimi eventi sportivi di grande richiamo.

Il contesto del tifo organizzato italiano

Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di tensione crescente nel panorama del tifo organizzato italiano. Nonostante i numerosi sforzi normativi volti a contenere la violenza negli stadi e nelle aree limitrofe, come il rafforzamento delle misure di Daspo e l'aumento dei controlli, episodi di questa portata dimostrano che sacche di estremismo riescono ancora a organizzarsi con efficacia. L'uso di tattiche paramilitari, come l'imboscata e l'uso di oggetti lanciati in modo coordinato, è un segnale preoccupante che richiede un ripensamento delle strategie di prevenzione. La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha espresso il suo rammarico per l'accaduto, ribadendo che il calcio deve rimanere una festa popolare e non un palcoscenico per la violenza. Tuttavia, la responsabilità di prevenire e reprimere tali manifestazioni ricade primariamente sulle forze dell'ordine e sulla magistratura. L'auspicio, espresso anche da esponenti politici, è che le indagini portino rapidamente all'individuazione dei colpevoli, garantendo loro la pena più severa prevista dalla legge per chi aggredisce gli ufficiali in servizio.

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