Neonata sbalzata e uccisa: l'autista confessa il panico

Pubblicato: 13/12/2025, 12:45:214 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Neonata sbalzata e uccisa: l'autista confessa il panico
La tragica vicenda sull'A5 Torino-Aosta: dinamica, indagini e confessioni

Un incidente mortale sull'autostrada A5 ha strappato la vita a Lucia, neonata di due mesi sbalzata fuori dall'auto della madre dopo un tamponamento da parte di un furgone. L'autista ha confessato di essere fuggito per panico, mentre procedono le indagini per omicidio stradale e omissioni.

La dinamica della tragedia

Sabato 6 dicembre 2025, intorno alle 20, sull'A5 Torino-Aosta all'altezza di Volpiano, una Fiat 500X guidata da Costanza Fiore è stata tamponata da un furgone bianco. L'impatto ha provocato la perdita di controllo del veicolo, che è finito contro le barriere di cemento, sbalzando l'ovetto con la piccola Lucia fuori dall'abitacolo. La neonata, di appena due mesi, è stata poi investita da una terza auto non ancora identificata. Video delle telecamere stradali confermano l'urto iniziale, mostrando il furgone fermarsi brevemente prima di ripartire.

La Polizia Stradale ha ricostruito che l'auto della madre ha sbandato in una piazzola di sosta, urtando cartelli, un albero e una siepe. Non sono stati trovati segni di frenata sull'asfalto, ma sul furgone sequestrato sono emersi danni compatibili con la collisione, inclusi residui di vernice. La piccola è stata ritrovata sull'asfalto tra la corsia di emergenza e la prima corsia, con l'ovetto poco distante, suggerendo un possibile malfunzionamento del fissaggio del seggiolino.

Testimoni oculari hanno descritto la scena come caotica, con la madre che ha riportato un trauma cranico guaribile in 15 giorni. Le indagini preliminari puntano su concause, tra cui la velocità e le condizioni del seggiolino, che potrebbe non essere stato ancorato correttamente. La Procura di Ivrea sta valutando ogni dettaglio per chiarire la sequenza degli eventi che ha portato a questa perdita devastante.

La confessione dell'autista del furgone

Il conducente del furgone Ford bianco, un 40enne di Busano dipendente di una ditta idraulica del Torinese, ha confessato l'urto durante l'interrogatorio. "Ero nel panico, ho perso la testa e sono scappato", ha dichiarato, negando inizialmente spiegando il danno come urto con un cinghiale al titolare. Indagato a piede libero per omicidio stradale aggravato e omissione di soccorso, l'uomo si era fermato sul posto prima di dileguarsi.

La Polizia Stradale è risalita al veicolo grazie a telecamere e testimoni, sequestrandolo nel cortile dell'azienda. Esami tecnici sul muso e sulla fiancata riveleranno tracce di vernice e deformazioni coerenti con il tamponamento. L'autista, sentito dalla Procura, ha ribadito la versione del panico, ma le accuse restano gravi, potenzialmente aggravate dalla fuga iniziale.

Questa confessione apre scenari complessi: il conducente pensava di aver colpito un animale, come dichiarato in un primo momento. Ora, con il furgone sotto analisi, emerge un quadro di responsabilità condivise, dove la scelta di scappare ha complicato i soccorsi immediati per la piccola Lucia, deceduta quasi istantaneamente secondo i primi rilievi medico-legali.

Indagini e profili di responsabilità

La Procura di Ivrea ha iscritto l'autista nel registro degli indagati per omicidio stradale e omissione di soccorso, contestando il tamponamento che ha causato la carambola. Una coppia di testimoni ha confermato la presenza del furgone, smentendo le iniziali smentite dell'uomo. Parallelamente, è indagata anche la madre Costanza Fiore per eventuali responsabilità legate al fissaggio dell'ovetto.

Accertamenti tecnici in corso includono l'autopsia disposta sul corpo della neonata, eseguita dal medico legale Chiara Romagnollo dell'Asl To4, per stabilire la sequenza precisa degli impatti. Il decesso appare immediato, ma si indaga se la causa primaria sia l'urto col furgone o l'investimento successivo. La terza auto resta da identificare, con appelli ai testimoni per fornire dettagli.

Le indagini valutano concause come la mancata cintura sul seggiolino e l'assenza di frenata, evidenziando criticità nella sicurezza stradale. La Polstrada esclude per ora altre vetture coinvolte direttamente, ma non si ferma la ricerca di elementi per una ricostruzione esaustiva, cruciale per le imputazioni penali.

Implicazioni e riflessioni sulla sicurezza

La tragedia di Volpiano solleva interrogativi sul rispetto delle norme di sicurezza, in particolare il corretto ancoraggio degli ovetti auto. Le immagini stradali mostrano come un tamponamento ad alta velocità possa avere effetti catastrofici, sbalzando dispositivi pensati per proteggere i neonati. Esperti sottolineano l'importanza di fissaggi ISOFIX e verifiche periodiche.

L'omissione di soccorso da parte dell'autista aggrava il quadro, ricordando casi simili dove la fuga ha impedito interventi tempestivi. La madre, assistita psicologicamente, affronta un lutto immenso, con una rete di supporto attivata. Questo episodio spinge a campagne di sensibilizzazione su autostrade come l'A5, spesso teatro di incidenti gravi.

A livello normativo, l'omicidio stradale prevede pene severe, fino a 18 anni se aggravato. La vicenda di Lucia, che avrebbe compiuto tre mesi il 12 dicembre, diventa monito per guidatori: fermarsi dopo un urto salva vite. Le autorità promettono aggiornamenti man mano che emergono risultati da autopsia e perizie, chiudendo un capitolo doloroso ma necessario per la giustizia.

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