Una recente decisione del Tribunale di Venezia assolve un uomo di 52 anni accusato da una 15enne
Il caso del Tribunale di Venezia
Il Tribunale di Venezia ha emesso una sentenza che ha assolto un uomo di 52 anni accusato di violenza sessuale nei confronti di una ragazza di 15 anni. La relazione tra i due è durata quasi nove mesi, con molteplici incontri intimi. La giovane ha sporto denuncia sostenendo di essere stata costretta in almeno un'occasione, nonostante un'apparente opposizione manifesta. I giudici, un collegio tutto al femminile, hanno esaminato testimonianze, messaggi e foto, concludendo che non era provata la violenza oltre ogni ragionevole dubbio.
Secondo la motivazione letta in aula, la ragazza avrebbe prestato un consenso libero e attuale agli atti sessuali, senza subire pressioni o abusi. Il pm aveva argomentato un senso di oppressione che induceva la vittima a incontri regolari, ma il tribunale ha ritenuto prevalente la versione dell'imputato e le prove documentali come chat e immagini che suggerivano una relazione consenziente. Questo verdetto si basa sulla normativa attuale, che richiede la dimostrazione di violenza o minaccia per configurare il reato.
La decisione ha suscitato polemiche immediate, con interrogativi su come valutare il consenso in casi di forte disparità anagrafica e di potere. La legge italiana, prima della possibile riforma, non esclude automaticamente il consenso per i minori sopra i 14 anni, a differenza di quanto avviene per i più piccoli. Questo caso esemplifica le tensioni interpretative nel sistema giudiziario prima dell'introduzione del principio del consenso esplicito.
