Accordo UE sul clima: -90% emissioni entro il 2040, flessibilità garantita

Pubblicato: 10/12/2025, 08:58:084 min
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Redazione
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Accordo UE sul clima: -90% emissioni entro il 2040, flessibilità garantita

La Svolta Storica: Un Nuovo Obiettivo Climatico per il 2040

Dopo intense e prolungate trattative notturne, le istituzioni europee – Parlamento e Consiglio – hanno raggiunto un accordo fondamentale sulla traiettoria climatica dell'Unione Europea per il prossimo ventennio. L'intesa stabilisce un ambizioso, ma al contempo pragmatico, obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas serra: un taglio del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. Questo traguardo si inserisce nel quadro più ampio del Green Deal europeo e mira a posizionare l'Unione Europea come leader globale nella lotta contro il cambiamento climatico, preparando il terreno per la neutralità climatica entro il 2050. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato come il risultato sia frutto di un difficile bilanciamento tra urgenza ambientale e sostenibilità economica, definendolo un "target flessibile e pragmatico".

Meccanismi di Flessibilità e Crediti Internazionali

La vera novità introdotta da questo accordo risiede nei meccanismi di flessibilità integrati nel percorso verso il 2040. Riconoscendo le sfide settoriali e la necessità di non penalizzare eccessivamente l'industria e i cittadini, i negoziatori hanno inserito una clausola cruciale riguardante l'uso di crediti di carbonio internazionali. A partire dal 2036, sarà consentito contabilizzare nel bilancio delle emissioni europee fino al 5% di crediti derivanti da progetti esterni all'UE. Questa apertura, tuttavia, è strettamente vincolata a rigorosi criteri di qualità e coerenza. È stato esplicitamente escluso il finanziamento di progetti in Paesi considerati ostili o contrari agli interessi strategici dell'Unione, garantendo così una salvaguardia geopolitica oltre che ambientale. Un periodo pilota, che si estenderà dal 2031 al 2035, servirà proprio a testare e strutturare il mercato di questi crediti internazionali, assicurando che la loro integrazione non comprometta l'integrità dell'azione climatica interna.

Impatto sull'ETS2 e Revisione Periodica

Un altro elemento significativo dell'intesa riguarda l'adeguamento del sistema di scambio delle emissioni (ETS). L'entrata in vigore del nuovo sistema, l'ETS2, destinato a coprire i settori dei trasporti e degli edifici, è stata posticipata di un anno, passando dal 2027 al 2028. Questo rinvio è stato richiesto per permettere agli Stati membri di preparare adeguatamente le infrastrutture sociali ed economiche necessarie per gestire l'impatto dei costi del carbonio su questi settori sensibili. Inoltre, la struttura dell'accordo prevede una clausola di revisione esplicita per l'obiettivo del 2040. La Commissione Europea sarà tenuta a effettuare valutazioni periodiche, e sulla base di queste analisi, l'obiettivo stesso potrà essere riconsiderato. Questa salvaguardia dinamica è stata vista come essenziale per garantire che il target rimanga allineato con i progressi tecnologici e le mutevoli condizioni economiche globali, rafforzando la credibilità del processo negoziale.

Reazioni e Prospettive Future

L'accordo è stato accolto con un misto di soddisfazione e cautela dagli osservatori politici ed economici. Molti analisti, come quelli del Centro Europeo per le Politiche Ambientali, hanno sottolineato come il 90% sia un segnale forte per gli investitori, spingendo verso la decarbonizzazione rapida. Tuttavia, la flessibilità introdotta, in particolare l'uso dei crediti esterni, è vista da alcuni gruppi ambientalisti come un potenziale punto debole, temendo che possa indebolire l'impegno diretto alla riduzione delle emissioni in loco. D'altro canto, la Banca Centrale Europea (BCE) ha spesso evidenziato come la certezza normativa a lungo termine sia cruciale per indirizzare i capitali privati verso le tecnologie verdi. L'approccio adottato, che combina un obiettivo ambizioso con strumenti di adattamento, cerca di rispondere proprio a questa esigenza di certezza e adattabilità. Il prossimo passo sarà la trasposizione di questi principi in direttive legislative vincolanti, un processo che richiederà un'attenta collaborazione tra le capitali europee e Bruxelles.

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