Siria, un anno dopo: tra fine dell’incubo e sogni ancora lontani

Pubblicato: 08/12/2025, 18:08:095 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Siria, un anno dopo: tra fine dell’incubo e sogni ancora lontani
La difficile transizione dopo la caduta di Assad e le sfide per la ricostruzione e la riconciliazione

Un anno dopo la caduta del regime di Bashar al-Assad, la Siria si trova in una fase di transizione complessa, segnata da speranze di cambiamento ma anche da enormi difficoltà sociali, politiche ed economiche. Nonostante la fine della dittatura, la strada verso un futuro stabile e prospero appare ancora lunga e incerta.

La caduta del regime e la nuova leadership

L’8 dicembre 2024 ha segnato la fine della dittatura di Bashar al-Assad, con la presa di potere del nuovo presidente Ahmad al-Sharaa, che ha promesso di costruire una Siria inclusiva e di rompere con il passato autoritario. Tuttavia, la transizione politica rimane fragile, con molte sfide aperte tra cui la gestione delle tensioni confessionali e il consolidamento di un potere ancora fortemente centralizzato.Il Fatto Quotidiano

Il nuovo governo ha adottato alcune misure per la giustizia e il riconoscimento delle responsabilità per i crimini del passato, ma la mancanza di verità e riparazione continua a pesare su una società che ha subito decenni di repressione e violazioni sistematiche dei diritti umani. Tra il 2011 e il 2024, si stima la scomparsa di oltre 100.000 persone, molte delle quali vittime di detenzioni arbitrarie e sparizioni forzate.Corriere della Sera

La situazione politica è inoltre complicata dalla presenza di diverse forze armate e milizie che controllano parti del territorio siriano, con la spartizione del paese tra potenze straniere come Stati Uniti, Russia, Israele e Turchia. Questo scenario rende difficile la costruzione di un governo unitario e pluralista, alimentando il rischio di un nuovo regime autoritario sotto la guida di Al-Sharaa.RSI News

Le condizioni umanitarie e il ritorno dei profughi

Nonostante oltre un milione di siriani sia rientrato nel paese dall’estero e quasi due milioni di sfollati interni abbiano fatto ritorno nelle loro zone di origine, le condizioni umanitarie restano drammatiche. Più di 7,4 milioni di persone sono ancora sfollate all’interno della Siria, con oltre 2 milioni che vivono in campi sovraffollati e privi di servizi essenziali come acqua potabile e assistenza sanitaria.Medici Senza Frontiere

La crisi abitativa è particolarmente grave, con molte città e villaggi distrutti dalla guerra e senza infrastrutture adeguate per accogliere i ritorni. La povertà colpisce circa il 90% della popolazione, aggravata dall’inflazione e dalla mancanza di opportunità economiche, che rendono difficile la ripresa sociale ed economica del paese.Il Fatto Quotidiano

L’Unione Europea ha stanziato 2,5 miliardi di euro per il biennio 2025-2026 a sostegno della transizione e della ripresa socioeconomica, ma la distribuzione degli aiuti e la loro efficacia sono ostacolate dalla complessità politica e dalla frammentazione territoriale. Inoltre, milioni di rifugiati siriani continuano a vivere in paesi limitrofi come Turchia, Libano e Giordania, in attesa di una stabilità duratura.Medici Senza Frontiere

La frammentazione territoriale e le tensioni etniche

La Siria rimane divisa in diverse aree di controllo, con il nord-est sotto la guida delle Forze Democratiche Siriane (SDF) a maggioranza curda, il nord-ovest controllato da gruppi di opposizione e altre zone sotto influenza turca o russa. Questa frammentazione complica la governance e rallenta i processi di integrazione politica e sociale.Medici Senza Frontiere

La questione dell’autonomia curda resta uno dei nodi più delicati, con l’YPG che ha mantenuto un ruolo chiave nella lotta contro l’Isis e gode ancora del sostegno internazionale, ma che si trova a dover negoziare la propria posizione all’interno di un paese che tenta di ricostruire un tessuto nazionale unitario.Il Fatto Quotidiano

Le tensioni confessionali e sociali, acuite da anni di guerra civile, rappresentano un ulteriore ostacolo alla riconciliazione. La nuova leadership ha promesso una Siria per tutte le confessioni, ma episodi di violenza settaria, come quelli avvenuti sulla costa siriana nel marzo 2025, dimostrano quanto sia ancora fragile la convivenza e quanto sia urgente un processo di ricostruzione del tessuto sociale.Il Fatto Quotidiano

Le sfide per la ricostruzione e il futuro sanitario

La ricostruzione della Siria è ancora in una fase embrionale, con infrastrutture distrutte e un’economia al collasso. Le città simbolo della guerra come Aleppo e Homs sono ancora segnate da macerie e povertà, mentre i progetti di sviluppo si concentrano principalmente su aree di interesse commerciale e turistico, lasciando indietro le periferie e le zone rurali.RSI News

Il settore sanitario è stato particolarmente colpito dal conflitto, con la frammentazione in almeno quattro sistemi sanitari subnazionali e una carenza cronica di personale e risorse. La stabilità politica sarà determinante per l’adozione di politiche sanitarie efficaci che possano favorire la riconciliazione e la ricostruzione sociale.Salute Internazionale

Nonostante le difficoltà, esistono segnali di speranza, con iniziative di raccolta fondi e progetti di cooperazione internazionale che cercano di sostenere la popolazione e promuovere un futuro di diritti e sviluppo. Tuttavia, la strada verso un sogno di pace e prosperità appare ancora lunga e richiede un impegno costante da parte di tutte le componenti della società siriana e della comunità internazionale.Il Fatto Quotidiano

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