Il caso Folorunsho-Hermoso: insulti gravi ma prova tv esclusa

Pubblicato: 08/12/2025, 12:57:305 min
Scritto da
Gaspare Lamazza
Categoria: Sport
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Il caso Folorunsho-Hermoso: insulti gravi ma prova tv esclusa
L'acceso scontro verbale in Cagliari-Roma e le limitazioni del Codice di Giustizia Sportiva sull'uso della prova televisiva

Durante la partita di Serie A tra Cagliari e Roma, Michael Folorunsho ha rivolto insulti gravissimi a Mario Hermoso, tra cui minacce alla madre del difensore giallorosso. Nonostante le immagini televisive abbiano immortalato il fatto, la prova tv non potrà essere utilizzata per sanzionare il centrocampista sardo a causa delle restrizioni previste dal Codice di Giustizia Sportiva. Il caso ha suscitato ampio dibattito sul confine tra comportamento antisportivo e limiti procedurali.

L'episodio e la dinamica degli insulti durante Cagliari-Roma

Nel corso della partita di Serie A tra Cagliari e Roma, un acceso confronto tra Michael Folorunsho e Mario Hermoso ha attirato l'attenzione per la gravità degli insulti rivolti dal centrocampista sardo al difensore spagnolo. Le telecamere hanno catturato un momento di tensione in cui Folorunsho ha pronunciato frasi offensive e minacciose, tra cui l'ingiuria "Tua madre deve morire" rivolta a Hermoso, accompagnata da gesti volgari e sessisti.

L'episodio è avvenuto in un momento di alta tensione, dopo un contatto in area non sanzionato dall'arbitro e una successiva ammonizione inflitta a entrambi i giocatori coinvolti. La reazione di Hermoso, che ha risposto con un testa a testa, ha ulteriormente alimentato la tensione in campo, sfiorando la rissa. Le immagini e il labiale sono stati ampiamente diffusi sui social e dai media sportivi, suscitando indignazione e richieste di provvedimenti disciplinari.

Folorunsho, consapevole della gravità delle sue parole, ha successivamente pubblicato una scusa sui social network, ammettendo che l'adrenalina del momento ha preso il sopravvento e chiedendo perdono a chiunque si sia sentito offeso. Tuttavia, il caso ha aperto un dibattito sulle possibili sanzioni e sull'effettivo utilizzo delle immagini televisive per punire il comportamento antisportivo.

Il Codice di Giustizia Sportiva e il divieto di utilizzo della prova tv

Secondo il Codice di Giustizia Sportiva, in particolare l'articolo 61 comma 3, la prova televisiva può essere utilizzata solo in casi specifici: fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva, o espressioni blasfeme non rilevate dall'arbitro o dal VAR. Nel caso degli insulti di Folorunsho a Hermoso, l'arbitro era presente e ha ammonito i giocatori, pertanto la prova tv non può essere impiegata per ulteriori sanzioni.

L'articolo 28 del Codice disciplina invece i comportamenti discriminatori, definendo tali quelli che offendono per motivi di razza, colore, religione, sesso, nazionalità o altre condizioni personali o sociali. Le offese di Folorunsho, pur gravissime e sessiste, non rientrerebbero formalmente in questa categoria, motivo per cui la Procura federale al momento non ha ravvisato gli estremi per procedere con un'azione disciplinare basata sulle immagini televisive.

Questa limitazione normativa ha suscitato critiche e perplessità, poiché lascia impunito un episodio di violenza verbale che ha avuto ampia eco mediatica. La questione evidenzia il delicato equilibrio tra il rispetto delle regole procedurali e la necessità di contrastare comportamenti antisportivi e offensivi in ambito calcistico.

Le reazioni pubbliche e le conseguenze disciplinari possibili

Dopo la diffusione delle immagini, Folorunsho ha espresso pubblicamente le sue scuse, riconoscendo l'inaccettabilità delle sue parole e sottolineando come la tensione del momento abbia influito sul suo comportamento. Tuttavia, le scuse non escludono possibili conseguenze disciplinari, anche se la mancanza di audio chiaro e la non utilizzabilità della prova tv complicano l'azione della giustizia sportiva.

La Procura federale potrebbe comunque aprire un fascicolo basandosi sulle immagini e sulle testimonianze, interrogando le parti coinvolte per valutare eventuali sanzioni. Nel frattempo, la società Cagliari potrebbe decidere di intervenire autonomamente con provvedimenti interni, come ammende o sospensioni, per tutelare l'immagine del club e aderire a campagne contro la violenza verbale e sessista.

Il caso ha inoltre riacceso il dibattito sull'efficacia delle norme sportive nel contrastare insulti e discriminazioni in campo, con richieste di aggiornamenti regolamentari per permettere un uso più ampio e tempestivo delle prove audiovisive nei procedimenti disciplinari.

Il contesto più ampio: violenza verbale e regolamentazione nel calcio

Il caso Folorunsho-Hermoso si inserisce in un contesto più ampio di crescente attenzione verso la violenza verbale e gli insulti nel calcio professionistico. Negli ultimi anni, le istituzioni sportive hanno cercato di introdurre misure per contrastare comportamenti discriminatori e antisportivi, ma permangono limiti normativi e procedurali che ne riducono l'efficacia.

Le immagini televisive e i sistemi di VAR rappresentano strumenti preziosi per monitorare e sanzionare comportamenti illeciti, ma il Codice di Giustizia Sportiva limita il loro impiego a casi ben definiti, escludendo spesso episodi di insulti gravi che avvengono in presenza dell'arbitro. Ciò crea una zona grigia che può lasciare impuniti comportamenti lesivi della dignità personale e del fair play.

Per approfondire il tema e le implicazioni regolamentari, è possibile consultare l'articolo della Gazzetta dello Sport e l'analisi di Fanpage Sport, che illustrano dettagliatamente il caso e le norme coinvolte.

Il dibattito resta aperto su come bilanciare la tutela della correttezza sportiva con il rispetto delle procedure, auspicando un aggiornamento delle regole che possa garantire maggiore efficacia nella lotta contro ogni forma di violenza verbale nel calcio.

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