Piscina abbandonata: esproprio per rischio West Nile

Pubblicato: 04/12/2025, 11:50:584 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Piscina abbandonata: esproprio per rischio West Nile

Allarme sanitario a **Roma**: la piscina dimenticata

Una piscina abbandonata alla periferia di Roma, trasformata in un acquitrino stagnante, è al centro di una preoccupante vicenda che vede coinvolti la ASL RM6 e il Comune. La struttura, in stato di degrado da anni, è stata segnalata come potenziale focolaio di infezione da virus West Nile, un rischio aggravato dalla vicinanza ad aree residenziali. La situazione è precipitata a seguito di un esposto presentato alla ASL, che denunciava la presenza di acqua stagnante, vegetazione incolta e rifiuti, creando un ambiente ideale per la proliferazione di zanzare portatrici del virus. Il sopralluogo effettuato il 7 agosto ha confermato le segnalazioni, evidenziando lo stato di totale abbandono della proprietà. La vasca della piscina, piena di acqua stagnante, è diventata un ricettacolo di larve di zanzara, mentre la vegetazione incolta invade il marciapiede circostante, rendendo l'area un pericolo per la salute pubblica. La presenza di rifiuti e materiali abbandonati aggrava ulteriormente la situazione, aumentando il rischio di incendi, come sottolineato da Vigili del Fuoco in diverse occasioni per situazioni simili.

L'ordinanza e la minaccia di esproprio

Di fronte all'emergenza sanitaria, la ASL e il Comune hanno emesso un'ordinanza che impone alla proprietaria della piscina di provvedere immediatamente allo svuotamento e alla sanificazione della vasca, alla disinfestazione dell'area e alla rimozione dei rifiuti. L'ordinanza concede alla proprietaria un termine di 15 giorni per adempiere alle disposizioni, avvertendo che in caso di mancata ottemperanza, saranno intraprese azioni legali, con possibili risvolti penali, e si procederà con l'esproprio della proprietà. La decisione di ricorrere all'esproprio è motivata dall'urgenza di eliminare il rischio sanitario rappresentato dalla piscina abbandonata. Il virus West Nile, trasmesso dalla puntura di zanzare infette, può causare febbre, encefalite e, in rari casi, anche la morte. La vicinanza della piscina alle abitazioni rende la popolazione particolarmente vulnerabile al rischio di contagio.

Le conseguenze legali e sanitarie

La mancata ottemperanza all'ordinanza comporterà gravi conseguenze per la proprietaria della piscina. Oltre alle sanzioni amministrative previste, la proprietaria potrebbe essere ritenuta responsabile per eventuali danni sanitari causati dalla proliferazione del virus West Nile. In caso di contagio di persone residenti nelle vicinanze, la proprietaria potrebbe essere chiamata a rispondere penalmente per lesioni colpose o, nei casi più gravi, per omicidio colposo. La situazione è monitorata attentamente dalle autorità sanitarie, che hanno intensificato i controlli e le attività di disinfestazione nelle aree a rischio. La ASL ha inoltre avviato una campagna di informazione per sensibilizzare la popolazione sui rischi del virus West Nile e sulle misure di prevenzione da adottare. Secondo il Ministero della Salute, la prevenzione è fondamentale e include l'uso di repellenti per zanzare, l'installazione di zanzariere alle finestre e la rimozione di qualsiasi ristagno d'acqua, anche in piccoli contenitori come sottovasi e pneumatici abbandonati.

La procedura di esproprio e il futuro dell'area

La procedura di esproprio è un atto amministrativo complesso che prevede diverse fasi. Inizialmente, il Comune dovrà emettere un decreto di esproprio, motivato dall'interesse pubblico alla tutela della salute. Successivamente, sarà necessario quantificare l'indennizzo da corrispondere alla proprietaria della piscina, tenendo conto del valore di mercato dell'immobile e del danno subito a causa dell'esproprio. Una volta completata la procedura di esproprio, il Comune potrà acquisire la proprietà della piscina e provvedere alla sua bonifica e riqualificazione. Le ipotesi sul futuro dell'area sono diverse: si potrebbe realizzare un parco pubblico, un'area verde attrezzata o un nuovo complesso residenziale. L'obiettivo principale è quello di restituire alla comunità un'area degradata e pericolosa, trasformandola in uno spazio sicuro e fruibile.

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