Rapina a Grinzane, pena ridotta ma resta la condanna

Pubblicato: 03/12/2025, 16:32:054 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Rapina a Grinzane, pena ridotta ma resta la condanna

La sentenza d'appello e la reazione dell'imputato

La Corte d'Assise d'Appello di Torino ha ridotto la pena a Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour, condannandolo a 14 anni e 9 mesi di reclusione per l'omicidio volontario di due rapinatori, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, e per il ferimento di un terzo complice, durante una rapina avvenuta il 28 aprile 2021. La sentenza di primo grado lo aveva condannato a 17 anni. Nonostante la riduzione della pena, l'imputato non ha mostrato segni di pentimento, rilasciando dichiarazioni che hanno suscitato scalpore. "Chiedere scusa? I genitori non mi hanno chiesto scusa per aver fatto un figlio degenere" ha affermato Roggero subito dopo la lettura del verdetto, dimostrando una posizione ferma e priva di rimorsi.

Il contesto della rapina e le dinamiche

La rapina, avvenuta nella gioielleria di Roggero a Grinzane Cavour, ha avuto un epilogo tragico. Secondo la ricostruzione dei fatti, i tre rapinatori fecero irruzione nell'esercizio commerciale con l'intento di svaligiarlo. La reazione del gioielliere fu immediata e violenta: inseguì i malviventi fuori dal negozio, sparando e uccidendo due di loro. Le immagini delle telecamere di sorveglianza, acquisite agli atti del processo, hanno mostrato la sequenza degli eventi, contribuendo a delineare le responsabilità dell'imputato. La difesa di Roggero ha sempre sostenuto la tesi della legittima difesa, invocando il timore per la propria incolumità e per quella dei suoi familiari. Tuttavia, la Corte ha ritenuto che la reazione del gioielliere fosse sproporzionata rispetto alla minaccia percepita. Come riportato da La Stampa, che ha seguito da vicino l'intera vicenda giudiziaria, le perizie balistiche hanno giocato un ruolo cruciale nel determinare la traiettoria dei proiettili e la distanza dalla quale sono stati esplosi, elementi che hanno contribuito a smontare la tesi della legittima difesa.

Le dichiarazioni spontanee e la linea difensiva

Durante l'ultima udienza, Roggero ha rilasciato dichiarazioni spontanee in aula, descrivendo il suo background familiare e il suo passato. "Sono un uomo di quasi 72 anni nato a La Morra, dove risiedo da una vita intera. Provengo da una famiglia molto modesta di agricoltori e operai, di gente che sudava il salario senza cercare scorciatoie come altre persone hanno fatto e fanno" ha dichiarato. La giudice, tuttavia, lo ha interrotto, invitandolo a concentrarsi sui fatti attinenti al processo. La linea difensiva del legale di Roggero, come evidenziato da Repubblica, si è concentrata sulla condizione psicologica dell'imputato al momento della rapina, sostenendo che il trauma subito lo avesse portato ad agire in uno stato di alterazione emotiva. La difesa ha inoltre sottolineato la mancanza di precedenti penali da parte del gioielliere e la sua integrazione nella comunità locale.

Implicazioni legali e dibattito pubblico

La vicenda di Grinzane Cavour ha sollevato un ampio dibattito pubblico sul tema della legittima difesa e sui limiti dell'uso della forza per proteggere la propria proprietà. La sentenza ha riacceso i riflettori sulla necessità di bilanciare il diritto alla sicurezza con il rispetto della vita umana. Il caso ha anche evidenziato le difficoltà nel valutare le circostanze specifiche di ogni singolo episodio di criminalità e nel determinare se la reazione della vittima sia stata proporzionata alla minaccia subita. La sentenza d'appello, pur riducendo la pena, conferma la responsabilità penale di Roggero, sottolineando che l'uso della forza letale non può essere giustificato in ogni situazione. L'avvocato Niccolò Vecchioni, noto penalista, ha commentato la sentenza su Il Sole 24 Ore, sottolineando la complessità del caso e la difficoltà per i giudici nel trovare un equilibrio tra le diverse istanze in gioco.

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