Un'Ode Agrodolce all'Ambizione
Marty Supreme, l'ultima fatica cinematografica di Josh Safdie, segna un punto di svolta nella sua carriera, il primo lungometraggio realizzato in solitaria dopo la separazione dal fratello Benny. Il film, presentato in anteprima come evento a sorpresa al Torino Film Festival 2025 e in uscita nelle sale italiane a gennaio, si discosta in parte dalle atmosfere claustrofobiche e frenetiche che hanno caratterizzato i precedenti lavori dei Safdie Brothers, pur mantenendo un'anima profondamente indipendente. La pellicola narra l'ascesa e la caduta di Marty Mauser, un prodigio del ping-pong ossessionato dalla vittoria, vagamente ispirato a una figura sportiva realmente esistita. Il film esplora il lato oscuro dell'ambizione, la pressione schiacciante del successo e il prezzo da pagare per la gloria. Safdie, con la collaborazione del suo storico co-sceneggiatore e co-montatore, dipinge un ritratto vivido e a tratti spietato del protagonista, un uomo consumato dalla sua ossessione, incapace di trovare equilibrio tra la vita professionale e quella personale. La narrazione, pur mantenendo una struttura lineare, è arricchita da momenti di intensa introspezione e da un'attenzione particolare ai dettagli, che contribuiscono a creare un'atmosfera coinvolgente e realistica.
Stile Safdie, Tonalità Nuove
Sebbene Marty Supreme si discosti in parte dai precedenti lavori dei Safdie Brothers, è innegabile l'impronta stilistica che contraddistingue il regista. La regia è dinamica e nervosa, con un uso sapiente della camera a mano e dei primi piani che accentuano l'intensità emotiva delle scene. La colonna sonora, curata con attenzione, contribuisce a creare un'atmosfera tesa e ansiogena, perfettamente in linea con lo stato d'animo del protagonista. Tuttavia, rispetto a film come Good Time e Uncut Gems, Marty Supreme adotta un approccio più sobrio e riflessivo. Safdie sembra voler esplorare le zone d'ombra del suo personaggio con maggiore profondità, senza rinunciare al suo stile distintivo, ma smussandone gli angoli più estremi. Questa scelta stilistica, pur potendo deludere alcuni fan della prima ora, permette al film di raggiungere un pubblico più ampio e di affrontare temi complessi con maggiore delicatezza. Come afferma David Bordwell nel suo saggio Narration in the Fiction Film, "la narrazione cinematografica non è solo una questione di cosa viene raccontato, ma anche di come viene raccontato". In questo caso, il "come" di Safdie si rivela fondamentale per comprendere appieno la complessità del personaggio di Marty Mauser.
Un Protagonista Indimenticabile
Il cuore pulsante di Marty Supreme è senza dubbio l'interpretazione magistrale dell'attore protagonista. Safdie riesce a tirare fuori il meglio dal suo interprete, che incarna alla perfezione la fragilità e la determinazione di Marty Mauser. Il personaggio è complesso e sfaccettato, capace di suscitare empatia e repulsione allo stesso tempo. La sua ossessione per la vittoria lo porta a compiere scelte discutibili, a sacrificare i suoi affetti e a perdere di vista i valori fondamentali della vita. Tuttavia, dietro la maschera del campione invincibile si cela un uomo fragile e insicuro, tormentato dai suoi demoni interiori. L'attore riesce a rendere credibile questa dualità, offrendo una performance intensa e commovente. Come sottolinea Kristin Thompson nel suo libro Film Art: An Introduction, "la performance di un attore può influenzare profondamente la nostra percezione di un personaggio e la nostra comprensione della storia". Nel caso di Marty Supreme, l'interpretazione del protagonista è cruciale per rendere il film un'esperienza coinvolgente e memorabile.
Un Film Che Fa Riflettere
Marty Supreme non è solo un film sullo sport, ma una riflessione profonda sulla natura umana, sull'ambizione, sul successo e sul fallimento. Safdie ci invita a interrogarci sui nostri valori, sulle nostre priorità e sul prezzo che siamo disposti a pagare per raggiungere i nostri obiettivi. Il film non offre risposte facili, ma pone interrogativi importanti che stimolano la riflessione e il dibattito. La pellicola si inserisce in un filone cinematografico che esplora il lato oscuro del mondo dello sport, come Foxcatcher di Bennett Miller o The Wrestler di Darren Aronofsky. Tuttavia, Marty Supreme si distingue per la sua originalità stilistica e per la profondità psicologica dei suoi personaggi. Il film è un'opera matura e complessa, che conferma il talento di Josh Safdie come uno dei registi più interessanti del panorama cinematografico contemporaneo.
Un Passo Verso il Mainstream?
Come accennato, Marty Supreme rappresenta un tentativo da parte di Safdie di compiere un passo verso il mainstream, pur mantenendo intatta la sua identità artistica. Il film, pur affrontando temi complessi e profondi, lo fa con un linguaggio accessibile e coinvolgente, evitando gli eccessi stilistici che potrebbero allontanare il pubblico più ampio. Resta da vedere se questo tentativo avrà successo, ma è innegabile che Marty Supreme sia un film di grande valore, capace di emozionare, far riflettere e intrattenere. Un'opera che conferma il talento di Josh Safdie e che lascia presagire un futuro ricco di successi per il regista. Come afferma Peter Bradshaw del Guardian, "un buon film non è solo un intrattenimento, ma un'esperienza che ci cambia e ci fa vedere il mondo con occhi diversi". Marty Supreme ha il potenziale per essere proprio questo: un'esperienza indimenticabile.
