L'analisi dei dispositivi sequestrati
L'inchiesta della Procura di Milano sulla presunta scalata a Mediobanca da parte di Monte dei Paschi di Siena (MPS) è tutt'altro che archiviata. Gli inquirenti, guidati dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, stanno passando al setaccio il materiale sequestrato durante le perquisizioni e le acquisizioni di documenti. Un elemento cruciale di questa fase è l'analisi dei dispositivi elettronici, come computer e telefoni cellulari, appartenenti agli indagati. Per facilitare questa complessa operazione, è stata definita una lista di 66 parole chiave che guideranno le ricerche all'interno dei dati digitali. L'obiettivo è individuare comunicazioni, documenti o qualsiasi altra informazione rilevante che possa corroborare l'ipotesi di un concerto occulto tra gli indagati.
I nomi al centro dell'indagine
Al centro dell'indagine figurano figure di spicco del mondo finanziario e imprenditoriale italiano. Tra gli indagati spiccano Francesco Gaetano Caltagirone, noto imprenditore e finanziere, Francesco Milleri, presidente di Luxottica e Delfin, e Luigi Lovaglio, amministratore delegato di Monte dei Paschi di Siena. Le accuse ipotizzate dalla Procura sono aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza, in particolare Consob, BCE e Ivass. Secondo l'ipotesi accusatoria, gli indagati avrebbero "occultato al mercato" un presunto accordo concertato, omettendo le comunicazioni dovute alle autorità preposte. L'indagine mira a chiarire i ruoli e le responsabilità di ciascuno, ricostruendo la catena di eventi che ha portato alla presunta scalata a Mediobanca.
Le parole chiave e l'obiettivo Generali
Le 66 parole chiave selezionate dagli investigatori rappresentano un ventaglio di termini potenzialmente rilevanti per l'indagine. Queste includono, ad esempio, nomi di società, acronimi, termini finanziari specifici, riferimenti a operazioni di mercato e, naturalmente, i nomi delle persone coinvolte a vario titolo nella vicenda. L'utilizzo di queste parole chiave consentirà di filtrare la grande quantità di dati digitali acquisiti, concentrando l'attenzione sui documenti e le comunicazioni più pertinenti. Un aspetto centrale dell'inchiesta riguarda il ruolo di Generali. L'ipotesi è che l'operazione su Mediobanca avesse come obiettivo finale il controllo o l'influenza sulla compagnia assicurativa triestina. Pertanto, è plausibile che tra le parole chiave figurino anche termini e riferimenti legati a Generali e al suo assetto proprietario.
Il ruolo del MEF e le precisazioni della Procura
Nei giorni scorsi, l'inchiesta ha sollevato interrogativi sul possibile coinvolgimento del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF), in particolare del ministro Giancarlo Giorgetti. La Procura di Milano ha tenuto a precisare che "il MEF non è una persona fisica, non commette reati, non è interessato a scalare". Questa precisazione è volta a chiarire che l'indagine si concentra sulle condotte individuali degli indagati e non coinvolge direttamente l'istituzione ministeriale. Tuttavia, gli inquirenti stanno valutando attentamente tutte le informazioni disponibili, inclusi eventuali contatti o comunicazioni tra gli indagati e rappresentanti del MEF, al fine di ricostruire il quadro completo della vicenda. Secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa Reuters, la Procura sta analizzando un SMS che coinvolge il ministro Giorgetti, al fine di chiarire la sua rilevanza nell'ambito dell'indagine.
