Pietrangeli: Panatta, tradimenti e un Sinner da plasmare

Pubblicato: 01/12/2025, 12:05:454 min
Scritto da
Gaspare Lamazza
Categoria: Sport
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Pietrangeli: Panatta, tradimenti e un Sinner da plasmare

Una ferita mai rimarginata

Il nome di Nicola Pietrangeli evoca immediatamente immagini di un tennis elegante, di un’epoca d’oro per lo sport italiano e, inevitabilmente, di un rapporto complesso e tormentato con Adriano Panatta. Un legame che, a distanza di decenni, continua a far discutere e a generare scintille. In una recente intervista, Pietrangeli è tornato a parlare del suo rapporto con Panatta, rivelando una sofferenza ancora viva per un episodio che ha segnato profondamente la sua carriera e la sua vita personale. "Per me era il fratello piccolo che non avevo mai avuto," ha confessato Pietrangeli, "per questo nel 1978 ho sofferto tanto per il suo tradimento." Si riferisce all'episodio della sua esclusione dalla squadra di Coppa Davis, un evento che descrive come un vero e proprio "plotone d'esecuzione." La vicenda, come riportato da diverse testate sportive, si consumò in un hotel, con una convocazione che Pietrangeli definisce "staliniana." Presenti il presidente federale Galgani, il capitano Belardinelli, e i giocatori Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli. "Appena Bertolucci mi disse che non c'era più il sentimento di prima io mandai tutti a f*o," ha rivelato Pietrangeli, sottolineando la sua reazione di rabbia e delusione di fronte a quella che percepì come una congiura ai suoi danni. Un tradimento, secondo lui, che ha incrinato per sempre un rapporto che sembrava indissolubile, nato sui campi da tennis e cementato dalla storica vittoria in Coppa Davis nel 1976. La ferita, a quanto pare, non si è mai rimarginata completamente.

Sinner, talento da affinare

Se il passato è segnato da polemiche e recriminazioni, il presente del tennis italiano è rappresentato da Jannik Sinner, un talento cristallino che sta riscrivendo la storia di questo sport nel nostro paese. Pietrangeli non lesina certo complimenti al giovane campione altoatesino, riconoscendone le straordinarie qualità tecniche e atletiche. "Jannik è troppo forte," ha affermato, sottolineando la sua potenza, la sua velocità e la sua determinazione. Tuttavia, non mancano anche alcune osservazioni critiche, volte a stimolare ulteriormente la crescita di Sinner. Pietrangeli, forte della sua esperienza e della sua profonda conoscenza del tennis, individua alcuni aspetti del gioco di Sinner che possono essere migliorati. In particolare, sembra auspicare una maggiore varietà di colpi e una maggiore capacità di adattamento alle diverse superfici e agli avversari. Un campione, secondo Pietrangeli, deve essere in grado di reinventarsi costantemente e di non adagiarsi mai sugli allori.

Tra Davis e ambizioni personali

Un altro tema caldo che ha visto Pietrangeli protagonista di recenti dichiarazioni riguarda la decisione di Sinner di rinunciare alla convocazione in Coppa Davis. Una scelta che ha suscitato un acceso dibattito tra appassionati e addetti ai lavori, con opinioni contrastanti sulla sua opportunità e sulle sue motivazioni. Pietrangeli, pur comprendendo le ragioni di Sinner, legate alla necessità di gestire al meglio il proprio calendario e di preservare la propria integrità fisica, non nasconde il suo disappunto. "Deve giocare, mica fare la guerra," ha commentato, sottolineando l'importanza della Coppa Davis per il tennis italiano e il valore simbolico di rappresentare il proprio paese in una competizione così prestigiosa. La Coppa Davis, per Pietrangeli, rappresenta un capitolo fondamentale della sua carriera e un simbolo di unione e di orgoglio nazionale. Un sentimento che, a suo avviso, dovrebbe essere condiviso da tutti i giocatori, anche dai più giovani e talentuosi. La sua critica, tuttavia, non è una condanna senza appello, ma piuttosto un invito a riflettere sull'importanza di bilanciare le ambizioni personali con il senso di responsabilità verso la squadra e verso il proprio paese.

Berrettini, un paragone scomodo

Nel suo intervento, Pietrangeli ha anche fatto un paragone tra Adriano Panatta e Matteo Berrettini, un altro tennista italiano di talento che sta attraversando un periodo difficile a causa di problemi fisici e di risultati altalenanti. "In lui rivedo Berrettini: ha il problema delle gambette che non sostengono un busto...". Un’analisi tecnica impietosa, che mette in evidenza le debolezze fisiche di Berrettini e la loro influenza sul suo rendimento in campo. Un paragone che, se da un lato può sembrare severo, dall'altro testimonia la profonda conoscenza del tennis di Pietrangeli e la sua capacità di individuare i punti deboli dei giocatori. La sua osservazione sulle "gambette" di Berrettini, pur essendo espressa in modo colorito, sottolinea l'importanza della forza e della stabilità degli arti inferiori per un tennista di alto livello. Un aspetto che, secondo Pietrangeli, Berrettini deve assolutamente migliorare per poter esprimere al meglio il suo potenziale e tornare a competere ai massimi livelli.

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