Roma: Migliaia in piazza per la Palestina, tensioni con la stampa

Pubblicato: 29/11/2025, 15:36:184 min
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Redazione
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Roma: Migliaia in piazza per la Palestina, tensioni con la stampa

Una marea umana per la Palestina

Una folla stimata in diverse migliaia di persone ha invaso le strade di Roma sabato pomeriggio, partecipando a una manifestazione nazionale in solidarietà con la Palestina. L'evento, organizzato dal Movimento degli studenti palestinesi e dall'USB (Unione Sindacale di Base), ha visto l'adesione di numerose realtà sociali, politiche e sindacali provenienti da tutta Italia, tra cui Potere al Popolo, Unione democratica Arabo Palestinese, Arci Roma e diversi movimenti per la casa e studenteschi. Il corteo, partito da un punto nevralgico della capitale, si è snodato attraverso le vie del centro, culminando nei pressi del Colosseo e proseguendo poi verso piazza San Giovanni. Tra i partecipanti, spiccavano figure di rilievo come Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati, e l'attivista svedese per il clima Greta Thunberg. La loro presenza ha contribuito a dare risonanza mediatica all'iniziativa, attirando l'attenzione di media nazionali e internazionali. La manifestazione si è svolta in un clima di forte partecipazione emotiva, con slogan e cartelli che esprimevano solidarietà al popolo palestinese e denunciavano le politiche del governo israeliano.

Cori e contestazioni contro i media

Nonostante la natura pacifica della maggior parte della manifestazione, si sono registrati momenti di tensione, in particolare nei confronti dei giornalisti presenti. Alcuni manifestanti hanno intonato cori ostili contro la stampa, accusandola di parzialità e di diffondere una narrazione distorta del conflitto israelo-palestinese. Questi episodi, seppur limitati, hanno sollevato interrogativi sulla libertà di stampa e sul ruolo dei media nel coprire eventi complessi e polarizzanti come questo. La contestazione nei confronti dei giornalisti non è un fenomeno nuovo. Come sottolinea Giovanni Boccia Artieri, sociologo dei media all'Università di Urbino, nel suo libro "Stati di connessione", la fiducia nei media tradizionali è in calo da anni, alimentata dalla diffusione di fake news e dalla polarizzazione del dibattito pubblico. Questo clima di sfiducia può portare a reazioni ostili nei confronti dei giornalisti, percepiti come portavoce di un sistema di potere che non rappresenta gli interessi della popolazione.

Le ragioni della protesta

Le ragioni della protesta sono molteplici e complesse. I manifestanti chiedono la fine degli accordi con Israele, l'imposizione di sanzioni e un embargo immediato. Denunciano inoltre il sostegno del governo italiano alle politiche israeliane, accusandolo di complicità nel "genocidio" del popolo palestinese. La locandina dell'iniziativa criticava aspramente la "tregua di Trump", sostenendo che essa non riconosce alcun diritto al popolo palestinese e consente a Israele di ampliare l'occupazione dei territori palestinesi. Secondo Michele Giorgio, giornalista esperto di Medio Oriente e autore di numerosi libri sul conflitto israelo-palestinese, come "Hamas. Da Gaza al cuore del potere", la manifestazione di Roma è un segnale della crescente consapevolezza e solidarietà nei confronti della causa palestinese in Italia. Giorgio sottolinea come, nonostante le difficoltà e le divisioni interne al movimento di solidarietà, la questione palestinese continui a mobilitare ampi settori della società civile italiana.

Reazioni politiche e prospettive future

La manifestazione ha suscitato reazioni contrastanti nel mondo politico. Mentre alcune forze politiche di sinistra hanno espresso solidarietà ai manifestanti, altre hanno condannato gli episodi di contestazione nei confronti dei giornalisti. Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha definito "gravissime" le parole di Francesca Albanese sui raid alla Stampa, sottolineando la necessità di difendere la libertà di stampa e di condannare ogni forma di violenza o intimidazione nei confronti dei giornalisti. Il futuro del movimento di solidarietà con la Palestina in Italia dipenderà dalla capacità di superare le divisioni interne, di elaborare una strategia politica efficace e di costruire un'ampia alleanza con altre forze sociali e politiche. Come ha osservato Ilvo Diamanti, sociologo e politologo, in un suo recente articolo su Repubblica, "la questione palestinese rimane una ferita aperta nella coscienza collettiva, un simbolo di ingiustizia e di oppressione che continua a generare indignazione e mobilitazione".

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