Servizio Militare: Crosetto verso nuova leva, obbligo in Europa?

Pubblicato: 27/11/2025, 18:06:394 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Servizio Militare: Crosetto verso nuova leva, obbligo in Europa?

Il Ritorno del Dibattito sul Servizio Militare

Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha annunciato l'intenzione di presentare un disegno di legge volto a ripensare l'organizzazione e le regole del servizio militare in Italia. La proposta, attualmente in fase di elaborazione, si inserisce in un contesto europeo in cui diverse nazioni stanno riconsiderando i propri modelli di difesa, anche alla luce delle mutate dinamiche geopolitiche. L'obiettivo, secondo quanto dichiarato, è quello di avviare una riflessione che possa portare a un aumento dello strumento militare, superando le scelte di riduzione operate negli anni passati. L'iniziativa di Crosetto si pone come una risposta alla crescente instabilità internazionale e alla necessità di rafforzare la capacità di difesa del Paese. La proposta di legge, come anticipato dallo stesso Crosetto da Parigi, dovrebbe basarsi sulla volontarietà, seguendo un modello simile a quello tedesco. Tuttavia, non si esclude la possibilità di introdurre meccanismi che, in determinate circostanze, possano rendere il servizio militare obbligatorio. Questo aspetto è particolarmente delicato e suscita un ampio dibattito pubblico, toccando temi quali la libertà individuale, i costi economici e l'efficacia di un esercito basato sulla leva obbligatoria rispetto a uno professionale.

Obbligo di Leva: Un Panorama Europeo Diversificato

Mentre l'Italia si interroga sul futuro del servizio militare, in Europa la situazione è tutt'altro che uniforme. Alcuni Paesi hanno mantenuto l'obbligo di leva, altri lo hanno abolito per poi reintrodurlo, mentre altri ancora lo hanno sospeso, mantenendo la possibilità di ripristinarlo in caso di necessità. Tra i Paesi che prevedono ancora il servizio militare obbligatorio rientrano la Danimarca, dove la leva è universale ma con un'alta percentuale di obiettori di coscienza, e la Grecia, dove il servizio è obbligatorio per i maschi dai 18 ai 45 anni. Anche a Cipro e in Austria il servizio militare è obbligatorio, sebbene esistano alternative civili. La Svezia, dopo aver abolito la leva nel 2010, l'ha reintrodotta nel 2017 a causa delle crescenti tensioni nel Mar Baltico. Anche la Norvegia ha reintrodotto la leva obbligatoria, estendendola anche alle donne. Questi Paesi scandinavi, pur mantenendo un sistema di leva, puntano a selezionare i candidati più motivati e idonei, garantendo una formazione di alta qualità.

I Modelli di Francia e Germania

La Francia, dopo aver sospeso la leva nel 1997, ha introdotto nel 2019 il Service National Universel (SNU), un programma di servizio civile obbligatorio della durata di un mese, rivolto a tutti i giovani tra i 15 e i 16 anni. L'SNU mira a promuovere la coesione sociale, il senso civico e la conoscenza delle istituzioni. La Germania, che aveva abolito la leva nel 2011, sta valutando diverse opzioni per rafforzare le proprie forze armate. Come riportato da Der Spiegel, il governo tedesco sta prendendo in considerazione un modello di leva volontaria, con incentivi per i giovani che scelgono di prestare servizio militare. Il piano prevede anche la possibilità di rendere obbligatoria la registrazione per tutti i giovani, al fine di valutare la loro idoneità al servizio militare in caso di necessità.

Implicazioni e Prospettive per l'Italia

La proposta di Crosetto apre un dibattito complesso e articolato, che coinvolge aspetti politici, economici e sociali. È fondamentale analizzare attentamente i modelli adottati da altri Paesi europei, tenendo conto delle specificità del contesto italiano. Come sottolinea Alessandro Marrone, responsabile del programma Difesa dell'Istituto Affari Internazionali (IAI), "la reintroduzione della leva obbligatoria comporterebbe costi significativi in termini di risorse umane e finanziarie". Marrone evidenzia inoltre la necessità di valutare attentamente l'efficacia di un esercito basato sulla leva obbligatoria rispetto a uno professionale, in un contesto in cui le minacce alla sicurezza sono sempre più complesse e sofisticate. Secondo Nathalie Tocci, direttrice dello IAI, "è importante che il dibattito sul servizio militare si inserisca in una riflessione più ampia sulla politica di difesa italiana e sul ruolo del Paese nel contesto europeo e internazionale". Tocci sottolinea la necessità di investire in tecnologie avanzate e nella formazione del personale, al fine di garantire la capacità di difesa del Paese nel lungo termine.

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