Padre nel bosco abruzzese: "Difendo la mia famiglia

Pubblicato: 22/11/2025, 11:56:084 min
Scritto da
Gaetano Logatto
Categoria: Cronaca
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Padre nel bosco abruzzese: "Difendo la mia famiglia

Una scelta di vita radicale

La storia di Nathan Trevallion, padre anglo-australiano che vive con la sua famiglia nei boschi di Palmoli, in Abruzzo, ha sollevato un acceso dibattito. Dopo la decisione del Tribunale per i minorenni dell'Aquila di trasferire i suoi tre figli in una comunità educativa insieme alla madre, Catherine, l'uomo ha deciso di rompere il silenzio e difendere pubblicamente la sua scelta di vita. In un'intervista esclusiva rilasciata a Repubblica, Trevallion ha respinto con forza le accuse di squilibrio mentale e di isolamento dei figli, rivendicando la legittimità del suo percorso e la felicità dei suoi bambini. "Non sono matto," ha dichiarato con fermezza, "parlo cinque lingue e ho vissuto in sei Paesi. Questa è una decisione familiare, consapevole e ponderata." La sua affermazione sottolinea un'esperienza di vita cosmopolita, in netto contrasto con l'immagine di un eremita isolato.

La filosofia dietro la scelta

La decisione di trasferirsi nei boschi, secondo Trevallion, non è frutto di un capriccio, ma di una precisa visione del mondo condivisa con la moglie. "Crediamo, io e Catherine, in una vita senza contaminazioni, concrete e spirituali," ha spiegato. Questa filosofia si traduce in una rinuncia alla modernità, percepita come fonte di inquinamento fisico e spirituale. Trevallion ha citato l'esempio delle tubature, che a suo dire portano microplastiche nelle case, come una delle ragioni per cui hanno scelto di staccarsi dalla rete, rinunciando anche ai servizi essenziali come il bagno interno. La loro è una ricerca di autenticità e di un contatto più profondo con la natura, un ritorno alle origini in un mondo sempre più artificiale.

I bambini e l'accusa di isolamento

Una delle principali preoccupazioni sollevate dalle autorità riguarda il benessere e l'istruzione dei bambini. Trevallion respinge con forza l'accusa di isolamento, affermando che i suoi figli sono parte di una rete di famiglie che seguono lo stesso stile di vita. "Sono felici, profumati, beneducati e ben nutriti," ha dichiarato, descrivendo i suoi figli come individui sani e ben integrati. Per quanto riguarda l'istruzione, Trevallion sostiene di provvedere personalmente all'educazione dei figli, integrando l'apprendimento tradizionale con l'esperienza diretta nella natura. La psicologa infantile Anna Oliverio Ferraris, intervistata dal Corriere della Sera in merito a casi simili, sottolinea l'importanza di valutare attentamente le competenze genitoriali e l'effettivo benessere dei bambini, al di là delle scelte di vita non convenzionali. La Ferraris evidenzia come l'isolamento sociale possa avere conseguenze negative sullo sviluppo dei bambini, ma riconosce anche che un ambiente familiare stabile e amorevole può compensare la mancanza di interazione con la società tradizionale.

La battaglia legale e il futuro

La decisione del Tribunale per i minorenni rappresenta un duro colpo per la famiglia Trevallion, che ora si trova a dover affrontare una battaglia legale per mantenere unita la famiglia e difendere il proprio stile di vita. Nathan Trevallion ha espresso la sua determinazione a lottare per i suoi figli, ribadendo la sua convinzione di essere un buon padre e di poter offrire loro un ambiente sano e stimolante. Il caso ha acceso i riflettori su un tema delicato: il diritto dei genitori a scegliere un'educazione alternativa per i propri figli e il dovere dello Stato di proteggere il benessere dei minori. Come sottolinea il sociologo Domenico De Masi nel suo libro "Il lavoro nell'era digitale", le nuove tecnologie e i cambiamenti sociali stanno portando a una crescente diversificazione degli stili di vita e delle forme familiari, ponendo nuove sfide al sistema legale e sociale. La vicenda di Palmoli è un esempio emblematico di questa trasformazione, che richiede un approccio equilibrato e una valutazione attenta delle singole situazioni.

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