L'ombra di Efrata su Betlemme
Betlemme, culla del cristianesimo e città simbolo della Palestina, si trova a fronteggiare una minaccia crescente: l'espansione degli insediamenti israeliani. A pochi chilometri a sud, la colonia di Efrata si erge come un monito costante, un esempio tangibile di quella che molti considerano una strategia di sostituzione simbolica dei luoghi storici palestinesi. La sua rapida crescita, alimentata da nuove costruzioni e dall'aumento della popolazione, getta un'ombra lunga sulla città natale di Gesù. La questione degli insediamenti è centrale nel conflitto israelo-palestinese. Organizzazioni come Peace Now, che monitora costantemente l'attività edilizia nelle colonie, denunciano l'illegalità di queste costruzioni secondo il diritto internazionale. La loro espansione non solo sottrae terra ai palestinesi, ma frammenta il territorio, ostacolando la creazione di uno Stato palestinese indipendente e contiguo.
La frammentazione del territorio e l'impatto sulla vita quotidiana
La Road 60, arteria principale che conduce a Betlemme, è un esempio lampante di questa frammentazione. Da un lato all'altro della strada, si susseguono appezzamenti di terra spianati, cantieri in attività e checkpoint di vario genere. Questi ostacoli non solo rendono difficoltosi gli spostamenti, ma limitano l'accesso dei palestinesi ai loro campi, agli uliveti e, in generale, alla loro terra. La vita a Betlemme è segnata da queste restrizioni. L'accesso alla città è controllato, il movimento delle persone è limitato e l'economia locale ne risente pesantemente. Il turismo, una delle principali fonti di reddito, è messo a dura prova dalle difficoltà di accesso e dalla percezione di instabilità.
Nomi biblici e sostituzione simbolica
Come evidenziato da attivisti che hanno accompagnato delegazioni internazionali nella regione, l'attribuzione di nomi biblici alle colonie, come nel caso di Efrata, non è casuale. Si tratta di una strategia volta a legittimare la presenza israeliana in Cisgiordania e a rafforzare un legame storico e religioso con la terra. Questo processo di "biblicizzazione" contribuisce a cancellare la storia e la cultura palestinese, sostituendola con una narrazione alternativa. Monica Pelliccia e Alice Pistolesi, giornaliste che hanno visitato Betlemme, sottolineano come Efrata, pur non essendo la più grande colonia, rappresenti un simbolo potente di questa sostituzione. La sua espansione costante, unita alla costruzione di nuove abitazioni, alimenta la paura tra i palestinesi di perdere definitivamente la propria terra e la propria identità.
La resistenza e la speranza
Nonostante le difficoltà, la popolazione di Betlemme continua a resistere. Attraverso iniziative culturali, progetti di sviluppo locale e la testimonianza costante della propria storia, i palestinesi si battono per preservare la propria identità e per rivendicare il diritto a vivere in pace e dignità sulla propria terra. La speranza di un futuro migliore rimane viva, alimentata dalla determinazione di chi si rifiuta di arrendersi di fronte all'ingiustizia.
