L'ultima nota di una leggenda
Si è spenta a Milano, all'età di 91 anni, Ornella Vanoni, una delle voci più intense e riconoscibili della musica italiana. La notizia, giunta improvvisa, ha scosso il mondo dello spettacolo e lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di milioni di fan che l'hanno amata per la sua interpretazione unica, la sua eleganza e la sua capacità di reinventarsi costantemente. La cantante, secondo quanto riportato dalle prime fonti, è stata colpita da un malore nella sua abitazione milanese. La sua scomparsa segna la fine di un'era, un'epoca in cui la canzone d'autore italiana raggiunse vette di profondità emotiva e raffinatezza stilistica. La sua voce, inconfondibile, ha accompagnato generazioni di italiani, raccontando storie di amore, dolore e speranza.
Un talento precoce e una carriera eclettica
Nata a Milano nel 1934, Ornella Vanoni ha dimostrato fin da giovane un talento innato per le arti performative. Il suo percorso artistico è iniziato nel teatro, frequentando la scuola del Piccolo Teatro, dove ha avuto l'opportunità di lavorare con figure di spicco come Giorgio Strehler. Proprio Strehler, come evidenziato da Paolo Martini nel suo libro "Strehler", edito da Ubulibri, ha avuto un ruolo cruciale nel plasmare la sua sensibilità artistica e nel guidarla verso un repertorio che mescolava impegno sociale e lirismo poetico. L'incontro con Strehler fu determinante per la sua carriera, aprendole le porte del mondo dello spettacolo e permettendole di affinare le sue doti interpretative. Da lì, il passaggio alla musica fu quasi naturale, e ben presto Ornella Vanoni divenne una delle interpreti più apprezzate della canzone d'autore italiana. La sua carriera è stata caratterizzata da una costante ricerca di nuove sonorità e collaborazioni, spaziando dal jazz alla bossa nova, dal pop alla musica d'autore.
Dalle canzoni della mala al successo internazionale
Il successo di Ornella Vanoni è legato indissolubilmente alle "Canzoni della Mala", un ciclo di brani che raccontavano le storie di emarginazione e criminalità della Milano degli anni '50 e '60. Queste canzoni, interpretate con una intensità drammatica e una profonda empatia, la consacrarono come una delle voci più significative del panorama musicale italiano. Successivamente, la sua carriera ha preso una svolta più pop, con brani come "L'appuntamento" e "Una ragione di più", che hanno scalato le classifiche e sono diventati dei veri e propri classici della musica italiana. Gianni Borgna, nel suo "Storia della canzone italiana" edito da Mondadori, sottolinea come Vanoni sia stata capace di attraversare generi e stili diversi, mantenendo sempre intatta la sua identità artistica e la sua capacità di emozionare il pubblico. La sua versatilità e il suo talento le hanno permesso di collaborare con alcuni dei più grandi musicisti italiani e internazionali, da Gino Paoli a Vinicius de Moraes.
Un'artista senza tempo
Negli ultimi anni, Ornella Vanoni aveva ritrovato una nuova popolarità grazie alla sua partecipazione al programma "Che tempo che fa", dove la sua ironia, la sua saggezza e la sua capacità di autoironia avevano conquistato un pubblico ancora più ampio. La sua presenza in televisione ha dimostrato come il suo talento fosse senza tempo e come la sua voce continuasse a emozionare anche le nuove generazioni. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel mondo della musica italiana, ma la sua eredità artistica rimarrà per sempre viva nei cuori di chi l'ha amata e apprezzata. Il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha espresso il suo cordoglio, sottolineando come la sua voce abbia "rinnovato il modo di interpretare la canzone italiana".
